LAVORO: NEL VENEZIANO PERSI OLTRE 28MILA POSTI DI LAVORO NEL PRIMO SEMESTRE DI QUEST'ANNO

LAVORO: NEL VENEZIANO PERSI OLTRE 28MILA POSTI DI LAVORO NEL PRIMO SEMESTRE DI QUEST'ANNO

Nella Città Metropolitana di Venezia, nel primo semestre di quest'anno, si è registrata una perdita di oltre 28.000 posti di lavoro, frutto della storica maggior incidenza delle attività stagionali legati al Turismo e al suo corposo e diffuso indotto. A evidenziarlo sono i dati dell'ultimo report di Veneto Lavoro, ripresi oggi da Apindustria Venezia. In tutto il Veneto la perdita è di oltre 67mila unità.


La flessione delle assunzioni nel territorio veneziano faceva registrare un -80% tra il 23 febbraio e il 3 maggio, valore ridottosi al -51% in maggio e al -26% a giugno.

Analizzando il settore del turismo, esso si conferma quello maggiormente danneggiato dagli effetti dell’emergenza sanitaria e da solo spiega quasi la metà della contrazione occupazionale complessiva, con una riduzione di circa 36.000 posti di lavoro dall'inizio della crisi epidemiologica, la maggior parte dei quali stagionali.


Una luce di speranza sì è accesa a partire da maggio, con un'attenuazione del trend negativo, sia nei servizi turistici contestuali all'avvio della stagione estiva, sia in altri settori quali la sanità, i servizi sociali, i servizi di pulizia e sanificazione, le attività finanziarie, quelle professionali, l'industria alimentare e il tessile-abbigliamento. L’edilizia e le costruzioni hanno rappresentato una fiduciosa crescita delle assunzioni del circa 9% negli ultimi due mesi.


"Purtroppo", spiega il presidente di Apindustria Venezia, Marco Zecchinel, "siamo davanti a una crisi senza precedenti che necessita di risposte innovative e di politiche attive per il lavoro. Come associazione proponiamo ad esempio di destinare parte delle risorse degli ammortizzatori sociali a forme di agevolazione sulle assunzioni come sgravi contributivi o riduzione del cuneo fiscale.


Personalmente traggo, però, un segnale di ottimismo dai dati relativi al saldo occupazionale di Maggio e Giugno che sono pressoché in linea con l’anno 2019; questo è il segno della mai sopita capacità di resilienza del tessuto economico veneto anche in circostanze difficili come quelle attuali.”