“Abbiamo appreso ora del nuovo piano concordato tra ministero dell’Interno e Anci nazionale che prevede la redistribuzione obbligatoria in tutti i comuni del Veneto di 14.560 migranti, con una quota minima di 6 assegnati per i comuni sotto i duemila abitanti.
Un piano, peraltro, che non è stato concordato con l’Anci regionale, e che sotto il profilo tecnico, giuridico e di gestione presenta numerose criticità e incognite. A cominciare dai vincoli di obbligatorietà che il governo intende far valere nei confronti delle amministrazioni locali”.
E’ la prima valutazione espressa dall’assessore al sociale Manuela Lanzarin, in rappresentanza della Giunta regionale e del presidente Luca Zaia, al tavolo di coordinamento regionale, convocato dal prefetto di Venezia, con i rappresentanti delle prefetture venete, dell’Anci, del comune di Venezia e con il capo dipartimento del Viminale per l’Immigrazione, Mario Morcone, collegato in videoconferenza, che ha illustrato il piano governativo per ripartire i richiedenti asilo tra tutte le regioni in quota proporzionale al riparto del fondo nazionale per le politiche sociali.
Stando ai dati dell'assessore Lanzarin, con 517 mila immigrati residenti e integrati, pari al 10,4 per cento della popolazione, e quasi 30 mila migranti arrivati a seguito di sbarchi ed esodi, il Veneto è la terza regione d’Italia per numero di presenze straniere, alle spalle di Lombardia e Sicilia. Attesa per il l'incontro del 19 gennaio a Roma con il Ministro dell'Interno Marco Minniti: parteciperanno i governatori di tutte le regioni.