LAVORO, IN VENETO I POSTI CI SONO, MA MANCANO I LAVORATORI. QUALIFICHE DIFFICILI DA TROVARE PER UNA ASSUNZIONE SU TRE

LAVORO, IN VENETO I POSTI CI SONO, MA MANCANO I LAVORATORI. QUALIFICHE DIFFICILI DA TROVARE PER UNA ASSUNZIONE SU TRE

 


Sono le imprese del Nordest quelle che incontrano maggiori difficoltà nel reclutamento del personale. Il Veneto è tra le regioni italiane in cui il mancato incontro tra le esigenze occupazionali delle imprese e le caratteristiche dei lavoratori disponibili impatta maggiormente sul mercato del lavoro. Il mismatch è un fenomeno in crescita, dovuto all’effetto concomitante di diversi fattori: una congiuntura economica positiva, una piena occupazione che riduce la platea dei candidati che spesso sono i più fragili , una crescita che incentiva la ricerca di competenze specialistiche, l’invecchiamento della popolazione lavorativa che porta con sé un problema sempre più diffuso di obsolescenza delle competenze, l’avanzamento tecnologico in molti settori e mestieri tradizionali e, non ultimo, un sistema di Servizi per il lavoro ancora non adeguato a fornire risposte efficaci ai disoccupati e alle persone in cerca di lavoro.


Sono le principali evidenze messe in luce dal report a cura di ClicLavoro Veneto e Veneto Lavoro sul tema della mancata corrispondenza tra domanda e offerta nel mercato del lavoro e dei fattori che lo alimentano.

 

Secondo i dati dell’indagine di Excelsior-Unioncamere sui programmi occupazionali delle imprese, circa il 31% delle assunzioni previste in Veneto si riferisce a figure professionali difficili da trovare; nel resto della penisola la percentuale è del 26%. Le maggiori difficoltà si riscontrano in relazione a profili tecnici e a elevata specializzazione e vanno ricondotte alla mancanza di candidati o a una preparazione considerata non adeguata.

 

La principale causa del mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro risulta, infatti, il disallineamento delle competenze, ovvero il cosiddetto “skill mismatch”, che si verifica quando le caratteristiche dei candidati risultano non in linea con le richieste del mondo produttivo. Secondo l’Ocse, l’Italia è uno dei Paesi europei con la quota più elevata di lavoratori con competenze al di sotto (underskilled) o al di sopra (overskilled) di quelle richieste per la posizione occupata.