ESTATE 2022, GLI ALBERGATORI DI JESOLO: "SEGNALI CONFORTANTI NELLE PRENOTAZIONI"

Voglia di vacanza ancora più forte della pandemia e delle restrizioni. Ma a preoccupare gli esercenti, neanche a dirlo, sono i rincari previsti. Tolto quest'ultimo aspetto, sono segnali confortanti quelli che stanno giungendo al ricettivo alberghiero di Jesolo, dove operano quasi 400 hotel. Le strutture stanno ricevendo molte prenotazioni, o comunque richieste di preventivi e di informazioni per la prossima stagione balneare. A farlo emergere è l'Aja, l'associazione Jesolana Albergatori.

 

I dati di previsione, elaborati attraverso il sistema H-Benchmark, vedono una occupazione alberghiera complessiva, dal 15 aprile al 25 settembre, dell’11,4%; si consideri che, nel 2021, era del 7%; e che, nel 2020, le previsioni emerse prima dello scoppio della pandemia, vedevano una previsione di occupazione del 13,8%.

 

Nel dettaglio, il periodo che va dalla settimana di Pasqua al 31 maggio, le previsioni 2022 registrano il 10,3% di occupazione alberghiera, contro il 4,3% del 2021. Tutte le mensilità fanno emergere dati nettamente superiori rispetto al 2021. Mese di giugno: 12,7% per il 2022, 6,2% per il 2021. Luglio: 11,5% per questa stagione, contro l’8,2% di quella precedente. Agosto: 10,2% nel 2022, 7,8% nel 2021. Settembre: 12% 2022, contro il 7,3% nel 2021.

 

Il presidente della categoria Alberto Maschio invita, comunque, alla cautela. “Non ci possiamo permettere di dormire sugli allori, rispetto ai risultati del 2021: con la possibile riapertura di altre mete turistiche internazionali, alcuni flussi di cui abbiamo beneficiato per vicinanza, potrebbero optare per scelte diverse rispetto alla nostra proposta di vacanza. Da parte nostra, come imprenditori, dobbiamo essere bravi a utilizzare questo periodo per investire in servizi e qualità della vacanza, per continuare a risultare molto attrattivi, così come abbiamo fatto lo scorso anno, quando abbiamo dimostrato tutte le nostre potenzialità ed eccellenze”.

 

A rischio la destagionalizzazione. “Siamo molto preoccupati – aggiunge il presidente Maschio – perché questi rincari possono seriamente mettere a rischio l’avvio e la chiusura della stagione estiva, annullando, di fatto la cosiddetta destagionalizzazione: molti colleghi, infatti, potrebbero vedersi costretti a non aprire nei periodi canonici di bassa stagione, a causa degli alti costi. Insomma, la nostra destagionalizzazione costruita con fatica e lavoro, rischia di fallire a causa di questi aumenti a dir poco pazzeschi. Senza contare che, con questo salasso, si rischia di andare fuori mercato con i prezzi”.