SI FINGONO RESTAURATORI PER ESTORCERE DENARO AI PRETI: SCOVATA UN'ORGANIZZAZIONE CRIMINALE

SI FINGONO RESTAURATORI PER ESTORCERE DENARO AI PRETI: SCOVATA UN'ORGANIZZAZIONE CRIMINALE

L’organizzazione criminale, che aveva base a Ortisano in Sardegna, restaurava abusivamente beni ecclesiastici commettendo delle truffe a danno di sacerdoti e di responsabili di istituti religiosi cattolici, sia in Sadegna sia che altre zone della penisola. Scovate 8 persone a cui sono state applicate misure cautelari.

Le indagini, avviate dal Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Cagliari nel dicembre 2017, hanno permesso di smascherare un’operazione illecita riconducibile a 13 protagonisti di etnia Rom. Questi erano riusciti a simulare l’attività di una legittima azienda di restauro, con tanto di falsa modulistica, automezzi e un locale dotato della strumentazione necessaria per la riparazione dei beni ecclesiastici.

Dal 2015, in oltre 100 circostanze, i delinquenti sono riusciti a farsi consegnare oggetti di valore, per la maggior parte argenti, concordando in un primo momento prezzi estremamente competitivi. Tuttavia prima della consegna a lavoro apparentemente terminato, i malviventi chiedevano il pagamento di una somma molto più alta, esponendo delle scuse sul motivo dell’aumento del costo. Se i sacerdoti si rifiutavano di pagare quanto richiesto, i falsi restauratori li minacciavano di non restituire i beni.

L’importo economico estorto è stato quantificato in diverse centinaia di migliaia di euro, a cui andrebbe sommato il valore dei pezzi mai restituiti, dei gioielli devozionali spesso utilizzati dalle vittime a titolo di pagamento e degli interessi dei finanziamenti accesi dai parroci per poter far fronte alle indebite richieste di pagamento. Pertanto, il quadro emerso dalle indagini vedeva i malviventi condurre una vita molto agiata, ma nonostante questo, gli accertamenti hanno permesso di riscontrare che 4 dei destinatari della misura cautelare percepivano il reddito di cittadinanza.

Le complesse operazioni hanno richiesto la collaborazione dei Comandi Provinciali dei Carabinieri di Pordenone, Bergamo, Varese, Brescia e Roma, che attraverso intercettazioni telefoniche, riprese video e servizi di osservazione e pedinamento hanno portato all’arresto di tre persone, due sono stati posti agli arresti domiciliari e tre all’obbligo di dimora nel comune di residenza o domicilio.

Inoltre, è stato eseguito il sequestro preventivo di una villetta bifamiliari situata in provincia di Bergamo, di un terreno edificabile ad Azzano Decimo e di tutti i conti correnti e delle polizze di pegno intestati agli 8 pregiudicati.