Oggi hanno suonato le campanelle per gran parte degli istituti scolastici della regione, anche se molti studenti, soprattutto delle superiori, sono tornati tra i banchi di scuola già il 7 gennaio. E con la ripartenza del secondo quadrimestre, sono aumentate esponenzialmente anche le segnalazioni di difficoltà, non solo per l’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale, ma per il personale in quarantena o ammalato, oltre che per il numero degli studenti assenti per gli stessi motivi, un dato che in istituti grandi come l’ITIS Kennedy di Pordenone, si aggira al 20-30% (di questi, poco più di un centinaio risultano positivi).
“L’incremento di positività tra gli studenti nella prima settimana di gennaio è stato considerevole - ha commentato la dirigente scolastico del Kennedy Laura Borin. Il monitoraggio da parte della scuola continua, però le assenze cominciano a farsi sentire. Le lezioni proseguono, ma con abbastanza difficoltà, e stiamo vedendo come applicare le nuove regole che sono in vigore dall’8 di gennaio. Cerchiamo di fare del nostro meglio - ha concluso - e soprattutto mantenere un contatto diretto con le famiglie che hanno molte richieste di chiarimenti. La scuola deve rimanere un punto di riferimento solido".
Per quanto riguarda gli istituti comprensivi, il problema maggiormente riscontrato è legato all’impossibilità di trovare personale disponibile per lavorare, come ha spiegato Mario Bellomo, segretario FLC CGIL Friuli Occidentale: “Ci sono scuole che hanno già dovuto ridurre il tempo scuola non avendo il personale, per esempio mantenendo solo l’orario antimeridiano, e altre che si preparano a fare lo stesso”.
Nella confusione e nell’attesa di ricevere linee guida chiare, la didattica in presenza rimane l'opzione preferibile, ma non se le condizioni non lo permettono. “La posizione nostra - ha proseguito il sindacalista - rimane quella di far fare scuola in classe, però, se la pandemia sta andando avanti così, diventa difficile garantire l’attività in presenza, un po’ perché sono gli alunni stessi ammalati, un po’ perché manca il personale. Per cui bisogna valutare bene la situazione e anche se siamo favorevoli alla scuola in presenza, la situazione non è delle migliori”.