SACILE: SGOMINATO TRAFFICO DI COCAINA, EROINA E MARIJUANA DAI CARABINIERI DELLA COMPAGNIA LOCALE

SACILE: SGOMINATO TRAFFICO DI COCAINA, EROINA E MARIJUANA DAI CARABINIERI DELLA COMPAGNIA LOCALE

Il sottopassaggio della stazione, i meandri delle palazzine di Corso Garibaldi detti “bunker”, i parcheggi dei supermercati e dei distributori di carburante e l’area vicino alla chiesa di San Odorico e al cimitero: questi i luoghi più gettonati dai protagonisti di un traffico di sostanze stupefacenti a Sacile, sgominato dai carabinieri dell’aliquota radiomobile della compagnia locale. Arrestate 5 persone, denunciate in stato di libertà altre due, segnalati alle prefetture 40 assuntori, dimostrate cessioni di sostanze stupefacenti per oltre 300 grammi e sequestrati 20 grammi di cocaina, 12 telefoni cellulari, bilancini di precisione, sostanze da taglio e materiali per il confezionamento.

Questo il risultato delle indagini condotte dagli agenti della Compagnia di Sacile, che hanno disarticolato un sodalizio criminale dedito allo spaccio di cocaina, eroina e marijuana a Sacile, in diverse località del pordenonese e a Treviso, Udine e Venezia. L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal g.i.p. del Tribunale di Pordenone è scattata nei confronti di un 46enne di Sacile – figura di spicco in questa rete di spaccio, soprannominato la bestia – per cui si sono aperte le porte del carcere, di un 32 enne sempre di Sacile, un 42enne di Gaiarine e un 35enne di origini nigeriane domiciliato a Padova, tutti agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Per una 33enne di Maniago, infine, è stato disposto il provvedimento dell’obbligo di firma alla polizia giudiziaria. La donna è stata rintracciata all’aeroporto di Venezia in procinto di imbarcarsi per la Francia.

A ricevere le sostanze stupefacenti, oltre 40 consumatori della provincia di Pordenone, di età compresa tra i 30 e i 56 anni, segnalati alle autorità competenti per provvedimenti di sospensione di patenti di guida, documenti e porto d’armi. Dalle indagini è emersa anche la cura con cui gli indagati avevano organizzato la loro attività illecita: suddivisione dei ruoli, ricerca di corrieri affidabili, cambio frequente di autovetture e utenze telefoniche, e turni per presidiare le aree frequentate per la diffusione degli stupefacenti. Si stima che nei periodi più remunerativi il traffico illecito abbia garantito loro guadagni di circa 2000 euro a settimana.