Un comportamento che ha fatto scattare tutti gli accertamenti da parte della Digos, che alla fine hanno portato all'espulsione dal territorio nazionale. Si tratta di un marocchino di 33 anni, segretario di un centro della comunità islamica alla periferia di Treviso e, in assenza del titolare, "imam supplente".
Era giunto a Treviso nel 1998 e, secondo quanto si è appreso, non era mai stato protagonista di esternazioni o episodi di estremismo religioso o segnalato per qualche reato. L'uomo, sposato e padre di tre figli, elettricista autonomo, è stato prelevato e, nella tarda serata di mercoledì, allontanato «per motivi di sicurezza» dall'Italia con un volo da Fiumicino a Casablanca. Il suo allontanamento è di fatto l'ultimo capitolo dell'attenzione - come ha sottolineato lo stesso Alfano - che viene riservata a quegli esponenti religiosi che si dimostrano «ostili alle nostre tradizioni».
A dare notizia del provvedimento il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ricordando che a partire dal 2015 «sono 12 gli imam espulsi. Complessivamente, dall'inizio dello scorso anno, si contano 115 rimpatri forzati, dei quali 49 sono stati eseguiti nell'anno in corso».