I ‘’NUOVI’’ CLANDESTINI DORMONO SOTTO LA LOGGIA DEL MUNICIPIO

Una scena di cattivo gusto che si è presentata agli occhi dei quanti ieri sera, dopo cena, hanno notato una 20ina di clandestini, accompagnati dai volontari di Rete solidale, sistemare coperti e sacchi a pelo sotto la loggia del Comune.

I ‘’NUOVI’’ CLANDESTINI DORMONO SOTTO LA LOGGIA DEL MUNICIPIO

La casa del sindaco, anzi la casa di tutti i cittadini di Pordenone. Una sfida nella sfida, che in altri paesi si sarebbe risolta con lo sgombero forzato dell’area. Anche utilizzando la forza. I migranti sono stati identificati, uno ad uno, ma nessuno se l’è sentita di cacciarli via. Decoro o non decoro. Secca la risposta dei clandestini, spalleggiati da chi ritiene che a Pordenone non è stata ancora aperta una struttura temporanea per l’accoglienza: «Fino a quando non ci troverete una destinazione, rimarremo qui». Alla faccia di chi, italiano, è costretto a dormire in auto o, ancor peggio, nei parchi pubblici. Alla faccia di quelle famiglie – sono tante - costrette a vivere nella povertà senza poter contare sull’aiuto di nessuno. Solo con il passare del tempo la 20ina di aspiranti rifugiati politici ha accettato di dormire sotto il portico vicino alla scuola Vendramini, sul lato destro del municipio, liberando la loggia. Questa mattina, poi, intorno alle 9, se ne sono andati, non si sa se temporaneamente o no. Oltre ai clandestini sotto la loggia del municipio, ce ne sono altri 8 che da alcune notti dormono al parco di San Valentino e sono voluti rimanere lì, riparati nell’area dei bagni. A ore intanto sono attesi altri 60-65 richiedenti asilo in provincia di Pordenone dopo i numerosi e tragici arrivi di migranti nel Mediterraneo. Saranno suddivisi in tranche da una ventina di persone alla volta in modo da agevolare la sistemazione. Trattandosi di un’emergenza, sarà riaperta un’ala della Casa della fanciulla e saranno accelerate le procedure per aprire i posti già individuati per l’accoglienza. L’emergenza, che sembrava finita, è invece soltanto all’inizio. Sarà da ridere, anzi…da piangere!