AULA JOLLY ALLA LOZER: ONOREVOLE FdI PORTA IL CASO IN PARLAMENTO, IMBARAZZO TRA GLI ESPONENTI LOCALI DEL PARTITO

AULA JOLLY ALLA LOZER: ONOREVOLE FdI PORTA IL CASO IN PARLAMENTO, IMBARAZZO TRA GLI ESPONENTI LOCALI DEL PARTITO

La scuola media Lozer di Torre è finita inaspettatamente nel mirino di una Parlamentare esponente di Fratelli d’Italia, creando subbuglio non solo tra gli esponenti del partito a livello locale ma anche tra il personale scolastico.

L’onorevole Carmela Bucalo ha presentato un’interrogazione alla Camera dei Deputati denunciando l’esistenza di un’aula jolly, creata dalla scuola pordenonese per sopperire al problema degli spazi insufficienti per ospitare tutti gli alunni in classe durante la didattica in presenza. L’aula in questione, infatti, è dotata di computer e permette ad un numero di studenti di seguire, a turno, le lezioni in DAD, ma rimanendo comunque all’interno dell’istituto, a pochi metri da dove l’insegnamento procede regolarmente. Nel suo intervento l’onorevole ha detto: “Questa è una sorta di didattica a distanza ridotta, ideata per sopperire a cosa? Alla mancanza di insegnanti e a raggruppare gli alunni in eccesso nelle classi del plesso. E la cosa più assurda è che chi si rifiuta di frequentare l'Aula viene considerato assente. Da qui seguono le lezioni anche i ragazzi più fragili, in barba, quindi, ai principi fondamentali, quali l'integrazione e la privacy”.

Le dichiarazioni della Bucalo hanno sollevato un vespaio. È sembrato strano che fosse una parlamentare siciliana a farsi portavoce di una questione che riguarda una realtà che lei non conosce direttamente, senza sentire nessuno del territorio. A parlare di questo è stato proprio il Consigliere regionale Alessandro Basso, anche lui di FdI, che ha dichiarato: “La scelta della scuola, discutibile o meno, è passata sotto tutti gli ambiti necessari per l'autonomia scolastica. Si poteva fare di più e meglio? Forse sì. (…) Ma non si tocchi l'autonomia scolastica”. Infine, ha concluso il consigliere Basso, che è anche delegato del Comune di Pordenone alle politiche della scuola, “si parli di Pordenone solo dopo aver sentito Pordenone”. Su questo concorda anche il pordenonese Luca Sut, portavoce alla camera per il Movimento 5 Stelle, che ha espresso solidarietà politica alla dirigente e agli insegnanti della Lozer, e si è detto dispiaciuto per gli esponenti locali di Fratelli d’Italia, dichiarando che “qualcuno avrebbe dovuto interpellarli (…). Essendo la deputata esterna al territorio, forse non conosceva le ragioni delle scelte organizzative della scuola”.

A creare ancora più scalpore sono state le parole usate dalla deputata di Fratelli d’Italia, che, a detta dei docenti della Lozer, hanno “additato (la scuola) come assolutamente non inclusiva e ghettizzante” nei confronti degli alunni con disturbi dell’apprendimento o bisogni educativi speciali. La replica è quindi arrivata anche da parte dei docenti, che con forza hanno voluto difendere la loro scuola. “La deputata ha parlato a nome di tutti i genitori, - si legge nella nota - senza conoscere minimamente la nostra scuola, la didattica per cui ci spendiamo noi docenti, il lavoro onesto che svolgiamo e la passione che cerchiamo di trasmettere i nostri ragazzi ogni giorno, le mille difficoltà in cui ci imbattiamo in questo infausto periodo, le soluzioni che dobbiamo trovare ai tanti problemi, soluzioni inclusive, perché per noi tutti gli allievi sono importanti”.