BAGNARA DI GRUARO. RESTAURATO IL VECCHIO OROLOGIO DEL CAMPANILE NELLA CHIESA DEL BELLUNELLO

Domenica 20 ottobre, festa della Madonna del Rosario, sarà festeggiata con un programma speciale. Dopo la S. Messa delle 15.30, officiata da don Maurizio Lessio, e la processione per le vie del paese, alle 17, nella sala dell’oratorio, sarà presentata alla comunità la macchina del vecchio orologio Solari del campanile, restaurata dall’artigiano Giuliano D’Andrea, che ha portato a termine l’opera in ricordo del figlio Stefano, da poco scomparso. Nell’occasione sarà presentata la pubblicazione storica “Le ore del campanile di Bagnara” curata da Dario Bigattin, che ripercorre la storia del paese nella prima metà del Novecento, seguendo le vicende di campanili e orologi, ma anche parroci e sagrestani. L’incontro sarà allietato da alcuni interventi musicali di Silvia Defend (voce) ed Efrem Scacco (chitarra). L’iniziativa intende ricordare l’80° anniversario dell’inaugurazione del campanile della chiesa di S. Tommaso apostolo (15 ottobre 1933). Bagnara, infatti, a cavallo tra XIX e XX secolo, è stata protagonista della tormentata vicenda dei due campanili, quello abbattuto e l’attuale. L’antica torre è stata infatti demolita nel 1926, dopo quattro secoli di storia, per i gravi problemi statici intervenuti dopo gli improvvidi interventi di fine Ottocento. L’attuale campanile è stato costruito dall’impresa Francescutti di S. Giovanni di Casarsa, su progetto dell’arch. prof. Pietro Zanini di Udine, che elaborò un’idea che intendeva rispettare il ”sapore trecentesco” della chiesa. Nel 1978 l’orologio meccanico è stato abbandonato, sostituito con un sistema di programmazione elettromeccanica. Oggi, però, la vecchia macchina Solari testimonia come un pezzo di archeologia industriale sia diventato una nuova opera d’arte, che funziona come in passato e che “spacca” il minuto, alla pari dei congegni moderni. Tutto ciò grazie alle mani abili dell’artigiano bagnarese Giuliano D’Andrea che vi ha dedicato cinque anni di impegno. A questo restauro si è successivamente collegata la costruzione del modello, in scala, del campanile. “Nella realizzazione del progetto-afferma Giuliano- ho adoperato tutto materiale ferroso grezzo che in quantità ha superato i 600 pezzi, i quali non sono stati saldati tra di loro ma bensì tutti avvitati uno con l’altro”. “Per renderlo similare ai colori all’attuale campanile in muratura –continua Giuliano- i singoli pezzi sono stati bruniti con una zincatura elettrostatica. In questa delicata fase di lavoro l’aiuto di mio figlio Stefano è stato molto utile. Al computer ha disegnato ogni singolo pezzo con meticolosità e precisione, realizzando altresì le innumerevoli schede di ogni gruppo di brunitura. Il suo entusiasmo e i preziosi consigli sono stati una molla importante per portare a termine il recupero”.