GOLETTA VERDE A CAORLE: RIFIUTI IN MARE, 104 KG PER OGNI CHILOMETRO QUADRATO NEL NORD ADRIATICO

Centoquattro chilogrammi di rifiuti per ogni chilometro quadrano nel nord Adriatico, mille al chilometro per il solo golfo di Venezia.

GOLETTA VERDE A CAORLE: RIFIUTI IN MARE, 104 KG PER OGNI CHILOMETRO QUADRATO NEL NORD ADRIATICO

 

Sono i dati resi noti ieri mattina da Legambiente nel corso della tavola rotonda in Municipio dal titolo "Liber-A-mare", un' occasione di confronto nell'ambito del passaggio della storica imbarcazione Goletta Verde. Il tema centrale del dibattito è stato quello dei rifiuti in mare, un problema globale su cui enti e istituzioni hanno cercato di definire un comune percorso strategico. Secondo Legambiente, per ogni minuto che passa, l’equivalente di un camion di rifiuti finisce nei mari e negli oceani del mondo.

Quello che resta visibile agli occhi, quindi sulle spiagge e sulla superficie del mare, è pari solo al 15% della mole di rifiuti che giacciono sul fondale. Senza contare i danni economici che il fenomeno del marine litter provoca al comparto produttivo del settore pesca, il cui impatto economico è stimato intorno ai 61,7 milioni di euro all’anno, risultando il secondo settore più danneggiato dai rifiuti marini dopo quello del turismo. Per contrastare un fenomeno che sta assumendo proporzioni enormi, sono state molteplici le iniziative intraprese, come DeFishGear, un progetto internazionale di cooperazione transfrontaliera che ha unito le forze di Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Montenegro e Slovenia per affrontare i vari aspetti legati alla presenza dei rifiuti solidi in Adriatico. Stando ai dati rilevati da DeFishGear, in alcune stazioni di monitoraggio del nord Adriatico, sono 104 i chilogrammi di rifiuti trovati per ogni chilometro quadrato. Nel solo golfo di Venezia sono stati rinvenuti fino a 1.000 rifiuti al km di mare.

«È urgente dare il via a una grande bonifica dei fondali marini a opera dei pescatori», commenta Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde, «così come è importante adeguare i porti con isole ecologiche dove i rifiuti pescati accidentalmente dagli operatori del mare possano essere accolti gratuitamente ("fishing for litter"): una pratica ormai diffusa e a pieno regime in Nord Europa, ma nel nostro Paese ancora sviluppata a macchia di leopardo». La Regione del Veneto, sul tema, ha già costituito un tavolo tecnico. Ma secondo Legambiente c'è ancora tanto da fare. «Bisogna intervenire», conclude Katiuscia Eroe, «anche sulla normativa e, parallelamente, spronare la ricerca e lo sviluppo del riciclo di questi materiali».