Jesolo Destination for all, ecco i dati dell’indagine. Sono stati presentati oggi, riguardano dati e tendenze per il turismo accessibile e la progettazione europea e rappresentano il secondo step di un progetto avviato ufficialmente un anno fa e che porterà la città ad ottenere il riconoscimento di “destinazione ospitalità accessibile” attraverso un percorso condiviso tra il Consorzio di Imprese Turistiche JesoloVenice ed il Comune e sotto l’egida di Village for all.
“Il progetto avviato da Jesolo – spiega il presidente di Village for All, Roberto Vitali – analizza il grado di accoglienza degli ospiti da parte di una città. Si va oltre alle norme: si guarda alle esigenze delle famiglie con persone con disabilità, o senior, oppure con bambini. Insomma, per una città che vuole creare una ospitalità fruibile e accessibile, per chi ci abita e per chi ci viene in vacanza”.
Il progetto è partito da una analisi del territorio, per verificare i punti di forza e quelli di debolezza dal punto di vista dell’accessibilità. Quindi sono stati sentiti gli imprenditori attraverso un questionario. “Abbiamo chiesto le caratteristiche delle strutture, le dotazioni già in essere e quali le richieste dei loro clienti. Naturalmente poi il tutto sarà verificato singolarmente”. Il prossimo passaggio del progetto sarà, dunque, la mappatura degli hotel, ed in genere delle strutture ricettive aderenti al progetto.
Sintesi dei risultati dell’indagine.
Ciò che è emerso è un incremento della domanda di turismo accessibile, quindi la presenza di una offerta media di camere (3,7), in linea con la media nazionale (che è di 3,4). Quindi una maggiore attenzione verso l’accessibilità per ospiti over 65 e con esigenze alimentari. Forte vocazione per le famiglie con bambinii piccoli e per gli ospiti più anziani. Da migliorare, ad esempio, sulla comunicazione se sulla formazione del personale.
Quello che una volta era una delle componenti accessorie nella scelta, è diventato ora un motivo, se non “il” motivo per il quale si scelga una destinazione turistica rispetto ad un’altra e questo deve far riflettere, anche in funzione dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Parlare di inclusività oggi non significa parlare solamente di disabilità fisica. Si parla di difficoltà motorie temporanee, di scarsa mobilità data dall’età, di ipovedenti. Si parla anche e semplicemente di accessibilità perché in un marciapiede dove non ci passa una carrozzina non ci passa nemmeno un passeggino.
Questo progetto ha l’ambizione di rendere ospitabile e accessibile la città con una sinergia tra pubblico e privato attraverso anche un percorso di formazione e di coinvolgimento sociale e di sensibilizzazione degli operatori attraverso un partner come Village for all che è il leader indiscusso del settore”.