REGIONE: LE OPPOSIZIONI CHIEDONO LA REVISIONE DEL PATTO PADOAN-SERRACCHIANI

Le opposizioni del Friuli Venezia Giulia chiedono una revisione del "patto Padoan-Serracchiani" per introdurvi una clausola di salvaguardia, che tuteli la Regione da eventuali revisioni del prelievo da parte dello Stato centrale. Lo hanno annunciato oggi i rappresentanti di Fi, Ncd, Misto e M5S, in una conferenza stampa congiunta in cui hanno illustrato i contenuti di una lettera che sarà inviata al presidente del Consiglio Renzi, al ministro dell'Economia Padoan e ai parlamentari eletti in Fvg, per poter inserire la clausola all'interno di un emendamento alla Legge di Stabilità. "Vogliamo riparare - ha detto il capogruppo di Ncd, Alessandro Colautti - a un colpo pesante e a una carenza preoccupante. Nel testo dell'accordo è infatti prevista la possibilità da parte dello Stato di rivedere i parametri di assegnazione dei fondi al Fvg in maniera unilaterale, per le 'esigenze della finanza pubblica'; in sostanza può mettere le mani nelle tasche della Regione". Le opposizioni citano a esempio il patto tra Stato e Trentino Alto Adige, in cui viene invece delimitata la modifica al prelievo finanziario fino al massimo del 10%, e per un ulteriore 10% solo dopo ulteriori trattative con la Regione e le Province Autonome. "Si tratta di un accordo - ha specificato Elena Bianchi (M5S) - che segue solo di 10 giorni quello del Fvg. Quando l'assessore Peroni risponde in Aula dicendo che una norma del genere è inutile, mi chiedo allora a cosa servano accordi del genere". Altre critiche all'intesa Stato-Regione sono venute da Riccardo Riccardi (Fi), secondo cui "se Peroni ha definito il patto Tondo-Tremonti un 'ergastolo perpetuo' allora quello Serracchiani-Padoan è un 'omicidio premeditato'". Per Barbara Zilli (Lega) "Serracchiani si trincera dietro alle azioni del suo partito, che vuole cancellare le Regioni Speciali definendole 'privilegi'". Luca Ciriani (Fdi) ha invece definito il patto "un atto unilaterale in cui chi vuole può staccare la spina alla specialità, e Peroni ricopre il ruolo di 'esecutore testamentario'". Per l'ex presidente regionale e capogruppo di Ar, Renzo Tondo, "il tempo è galantuomo e svela che questo è un 'grande bluff'. In tutte le Conferenze Stato-Regioni il tema della salvaguardia è sempre stato centrale, avervi rinunciato è un atto irresponsabile, La contraddizione di interessi di Serracchiani tra Regione e partito è sempre più palese".