LE PIETRE D'ISTRIA DI GALAN

L'ex governatore del Veneto Giancarlo Galan, travolto dalla vicenda Mose, avrebbe utilizzato una cava di pietra di cui aveva la concessione in Istria per portare a Venezia enormi quantità di pietre da utilizzare proprio per il progetto delle dighe mobili. La denuncia di un deputato istriano, riportata oggi da alcuni organi di stampa, viene seccamente smentita dai legali dell'ex ministro Niccolò Ghedini e Antonio Franchini. "Le dichiarazioni rese dal deputato istriano Damir Kajin, riportate nell'articolo, meritano una smentita radicale, appaiono esercizio di pura fantasia e sono palesemente diffamatorie - sostengono gli avvocati -. L'on. Galan non è mai stato titolare né diretto né indiretto di cave di pietra in Istria, né, tantomeno, ha ottenuto la concessione delle stesse attraverso pretese attività illecite, e si rivolgerà, quindi, all'Autorità giudiziaria per esperire tutte le azioni che riterrà opportuno a tutela della verità". Nel servizio si sottolinea che sarebbero state 3.800 le navi salpate da Castelnuovo - in cui ha sede la cava che Galan, secondo la denuncia, avrebbe ottenuto in concessione dal 2006 al 2011 - alla volta della laguna, ciascuna con un carico di tremila tonnellate di pietra. Nell'adombrare che la concessione sia sia fornita in modo illecito, il deputato arriva a sostenere che grazie all'estrazione di pietra l'ex governatore veneto avrebbe intascato 50 milioni di euro.