RAPINA E SEQUESTRO DI PERSONA: SETTE PERSONE INDAGATE PER L'ASSALTO A UN FURGONE CON QUASI MILLE OCCHIALI

RAPINA E SEQUESTRO DI PERSONA: SETTE PERSONE INDAGATE PER L'ASSALTO A UN FURGONE CON QUASI MILLE OCCHIALI

Avevano simulato di far parte delle forze dell'ordine, fermando quel furgone con all'interno quasi mille occhiali di marca. Quindi, approfittando della situazione, hanno abbandonato e legato a un albero l'autista, fuggendo con la refurtiva. Ma a distanza di quasi due anni dal fatto, accaduto il 2 agosto del 2019 a Ponte nelle Alpi, nel bellunese, sono stati individuati dai carabinieri. Si tratta di un gruppo di sette persone, di nazionalità romena, dimoranti nelle province di Treviso, Brescia e Vicenza. A loro carico è stato notificato il provvedimento di chiusura delle indagini della Procura di Belluno. Dovranno rispondere di rapina con sequestro di persona.

La sera prima del colpo, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, tre di questi avevano rubato un'Alfa Romeo Giulietta a Volpago del Montello, poi utilizzata per la rapina con tanto di lampeggiante blu. Per loro è scattata anche l'accusa di furto aggravato in concorso: si tratta di un 35enne della Marca, un 41enne senza fissa dimora e un 31enne del bresciano. Gli altri mezzi con i quali sono entrati in azione sono una Peugeot 206 e una Fiat 500 Abarth. Gli occhiali, prodotti da un'azienda di Longarone, avevano un valore complessivo di circa 90mila euro.

Il conducente del mezzo fermato, un 50enne di Bassano del Grappa, dipendente di una ditta di Rosà, a Ponte nelle Alpi per una consegna, era stato fermato da due soggetti a volto coperto, i quali lo avevano caricato in macchina. Nel frattempo gli era stato sottratto il furgone con il carico. Il malcapitato venne abbandonato poi in una zona boschiva, legato a un albero, con fascette da elettricista, parzialmente bendato. Una volta liberatosi dagli impedimenti, a distanza di ore, aveva chiesto aiuto al titolare di un pub a Pederobba.

La refurtiva è stata interamente recuperata e restituita ai proprietari. Gli altri quattro connazionali sono invece un 44enne sempre dimorante nel trevigiano, un coetaneo del bresciano e due del vicentino: un 29enne e un 33enne. Questi ultimi due, considerati i basisti, erano i dipendenti “infedeli” della ditta di trasporti titolare del furgone con il carico e quindi a conoscenza della “preziosa” spedizione.