LA CGIA DI MESTRE: "IL FATTURATO PERSO DALLE AZIENDE ITALIANE AMMONTA A 423MILIARDI"

LA CGIA DI MESTRE:
Ristori pochi e perdite tante. Si potrebbe riassumere così l'ultima indagine della Cgia di Mestre, che oggi ha posto l'attenzione sul capitolo aiuti messi sul tavolo dal governo. Stiamo parlando di 29miliardi di euro, che per l'ente mestrino è certamente una somma importante, ma se rapportata alle perdite, stimate in 423miliardi, si capisce quanto siano, secondo gli addetti ai lavori, "tutto insufficienti a lenire le difficoltà subite dagli imprenditori". Il tasso di copertura è stato pari a poco meno del 7 per cento circa: un’incidenza risibile. Ora c'è attesa sul fronte dei nuovi ristori in arrivo.
 
L’Ufficio studi della CGIA stima che dei quasi 423 miliardi di riduzione del fatturato registrata nel 2020, almeno 200 miliardi sarebbero ascrivibili alle imprese dei settori che sono stati costretti a chiudere per decreto.
 
"E’ evidente", dice la Cgia, "che è necessario un cambio di rotta: i ristori vanno sostituiti con i rimborsi. In altre parole è necessario uno stanziamento pubblico che compensi quasi totalmente sia i mancati incassi sia le spese correnti che continuano a sostenere. La stessa cosa va definita anche per i settori che seppur in attività è come se non lo fossero. Segnaliamo, in particolar modo, le imprese commerciali ed artigianali ubicate nelle cosiddette città d’arte che hanno subito il tracollo delle presenze turistiche straniere e, in particolar modo, il trasporto pubblico locale non di linea (taxi, bus operator e autonoleggio con conducente) che sebbene in servizio hanno i mezzi fermi nelle rimesse o nei posteggi".
 
Al netto dei provvedimenti che sono stati introdotti a sostegno della liquidità e agli effetti dovuti allo slittamento di alcune scadenze fiscali, nel 2020 il Governo ha messo a disposizione delle imprese 29,1 miliardi di euro. La voce più importante è stata quella dei contributi a fondo perduto che ammonta a 11,3 miliardi di euro. Seguono altri interventi1 che assommano a 7,9 miliardi e la cancellazione del saldo 2019 e dell’acconto 2020 dell’Irap che ha consentito uno sgravio di 3,9 miliardi. Le agevolazioni fiscali per le sanificazioni e i canoni di locazione hanno permesso un risparmio pari a 5,1 miliardi, mentre la cancellazione dell’Imu e della Tosap/Cosap ha garantito una riduzione della tassazione locale pari a 802 milioni di euro.