Venuta a conoscenza del fatto, la commerciante ne ha fatto denuncia presso la polizia postale e delle telecomunicazioni, e ha in seguito chiesto l’intervento di un investigatore privato che opera nel Sandonatese, per scoprire quale organizzazione abbia operato usando le sue immagini in quei modi illeciti.
Tra l’altro chi ha usato il suo volto nelle immagini a luci rosse è riuscito anche a trasporlo in un video, poi subito rimosso, dalla rete online.
Le ipotesi al momento farebbero propendere verso una possibile banda che vive tra i confini di Treviso e San Donà, e che avrebbe già colpito in altre occasioni, solitamente con ragazze giovani che si sono trovate il volto riprodotto su profili “hard” per offerte sessuali a pagamento.
«La cosa importante in questi casi», fa sapere lo stesso investigatore, «è presentare una denuncia alle forze di polizia per aprire un fascicolo e dare la possibilità ad agenti e militari di fare il loro lavoro.
Spesso, poi, queste organizzazioni sono causa di drammi familiari, screditano persone per bene e distruggono rapporti consolidati. È quindi un bene che vengano fermate».