FERMI E OBBLGO DI FIRMA TRA SICILIA E LOMBARDIA PER RICICLAGGIO E ASSOCIAZIONE MAFIOSA: INDAGATO ANCHE UN RESIDENTE DI MEDUNO

FERMI E OBBLGO DI FIRMA TRA SICILIA E LOMBARDIA PER RICICLAGGIO E ASSOCIAZIONE MAFIOSA: INDAGATO ANCHE UN RESIDENTE DI MEDUNO

Dodici arresti, di cui uno in carcere, e tre divieti di espatrio con obbligo di firma. È il risultato dell’indagine coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo ed eseguita dal nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza. L’operazione ha riguardato gli investimenti di Cosa Nostra nel mercato nero di orologi di lusso. Secondo quanto emerso nell’ inchiesta, chiamata “Affari Preziosi”, le persone coinvolte avrebbero riutilizzato proventi illeciti, frutto della compravendita in nero di orologi di lusso destinati a clienti facoltosi. Gli affari, svolti principalmente a Palermo, hanno coinvolto anche personaggi ed esercizi commerciali, come compro-oro e gioiellerie, di Londra, Milano e Roma.

Alcuni degli indagati appartengono alla famiglia Fontana, in parte stabilita nel capoluogo lombardo, già protagonista dell’operazione “Mani in pasta”, che a maggio dell’anno scorso è risultata in novanta misure cautelari per associazione mafiosa, estorsione, traffico di droga, riciclaggio e reimpiego di capitali illeciti, tra i vari reati. In questa occasione però sono state eseguite perquisizioni anche in Friuli Venezia Giulia. Un abitante di Meduno, di cui non sono state rese note le generalità, è stato accusato di aver agevolato i pagamenti sulla propria postepay evolution. Nei suoi confronti è stato disposto il divieto di espatrio, con obbligo di firma.

Sono dunque quindici in tutto le misure cautelati eseguite, di cui undici arresti domiciliari e uno in carcere. Agli indagati sono stati contestati, a vario titolo, i reati di favoreggiamento personale, riciclaggio e autoriciclaggio, con l’aggravante del reato transnazionale, e di aver favorito cosa nostra. Le complesse investigazioni hanno coinvolto i territori di Sicilia, Lombardia, Piemonte, Toscana e Friuli Venezia Giulia. Fondamentale è stato il supporto dei nuclei di polizia delle Fiamme Gialle di Milano, Torino, Palermo, Pordenone e Grosseto.