DROGA TRA PORTOGRUARESE, PORDENONE E TREVIGIANO: DUE RAGAZZI FINISCONO IN COMUNITA'

Spaccio di sostanze stupefacenti, i carabinieri di Portogruaro eseguono due misure di custodia cautelare in comunità. I militari della città sulle rive del Lemene, attraverso un lavoro certosino, sono riusciti a stroncare un giro che coinvolgeva minori e adolescenti tra portogruarese, pordenonese e trevigiano. L’attività è scaturita da una serie di perquisizioni, sia personali che domiciliari, eseguite nell’aprile scorso e finalizzate all’identificazione di minorenni coinvolti, a vario titolo, nello spaccio di stupefacenti al “minuto”, perlopiù hashish e marijuana. Nel corso di una perquisizione a carico di un minorenne di Sesto Al Reghena, sul quale si era posta l’attenzione dei militari, i carabinieri hanno trovato un consistente quantitativo di droga (circa 40 grammi di hashish), oltre a materiale utilizzato per il confezionamento.

 

Successivamente identificati e sentiti i clienti di questo minorenne, circa una ventina di ragazzi residenti in località limitrofe a Pramaggiore e molti dei quali pure minorenni, gli investigatori sono riusciti a ricostruire un quadro da cui emergevano almeno 500 episodi di spaccio (poche dosi di marijuana e hashish per volta), avvenuti dal luglio 2015 ad aprile 2018 prevalentemente in locali pubblici e luoghi di aggregazione minorile di Cordovado, Sesto al Reghena, Pramaggiore, Meduna di Livenza e Cinto Caomaggiore. Da quel primo tassello, si è giunti poi all’identificazione dell’ “l’anello superiore”, un neo-maggiorenne sempre di Pramaggiore nella cui abitazione si rinveniva una cospicua somma di denaro in contanti (quasi 10mila euro), oltre a circa 11 grammi di hashish pronti per la vendita. Anche per lui i carabinieri, tramite le informazioni ricevute dagli acquirenti, hanno ricostruito numerosi episodi di spaccio.

 

Circostanze per altro confermate dalle fotografie che gli investigatori hanno rinvenuto memorizzate sullo smartphone del giovane dove, nei vari “selfie”, appare l’indagato con mazzette di denaro, diversi panetti di hashish, quasi fossero trofei di cui andare fieri. Ad aggravare l’intero quadro indiziario raccolto, non solo il fatto che la maggior parte dei clienti fosse costituita da minorenni, ma anche la circostanza di luogo, ovvero che l’attività di spaccio avveniva anche in luoghi di aggregazione giovanile, con ciò rendendo ancora più subdola e pericolosa siffatta illecita attività. L’intera indagine, coordinata dal Procuratore per i Minorenni di Trieste, dott. Leonardo Tamborini, ha consentito l’emissione di due provvedimenti cautelari eseguiti nella mattinata odierna. Così il minorenne e il neo-maggiorenne (poiché minore di 21 anni), sono stati entrambi collocati in due diverse comunità protette, dove seguiranno uno specifico percorso di riabilitazione volto al loro recupero.